fractura total dels radicals italians, Bonino expulsada de la seu
Radicali, la rottura definitiva
Bonino e Magi cacciati dalla sede
Via anche dalla radio. Turco e Bernardini: usano i nostri soldi contro di noi
Gli «esiliati»: che tristezza, con Pannella tutto questo non sarebbe successo
ROMAFuori dalla galassia radicale. Fuori dalla storica sede di Torre Argentina. E fuori da Radio radicale. La frattura, dopo mesi di tensioni, è diventata insanabile e il Partito radicale ha deciso: Emma Bonino, e con lei Riccardo Magi, Marco Cappato, Gianfranco Spadaccia e tanti altri, sono «espulsi», fisicamente e moralmente, da chi si considera il «vero erede» di Marco Pannella. Perché, come scrivono in una email e in un comunicato Maurizio Turco, Rita Bernardini e altri quindici dirigenti, «è legittimo cambiare idea ma non si può pretendere di battere il partito utilizzando i denari e gli strumenti del partito».
Le origini della contesa
Un finale di partita doloroso. La spaccatura era in corso da tempo, già da prima della scomparsa di Pannella. Divergenze di idee, ma anche rancori personali. A rendere il tutto ancora più malinconico, la contesa economica sul piccolo patrimonio radicale. In prima fila a volere la cacciata dei «traditori», c’è Maurizio Turco diventato, dopo la morte del fondatore, presidente della Lista Pannella, che dal 1° marzo avrà la disponibilità della sede. Obiettivo del provvedimento, spiegano, è salvare il Partito e gli obiettivi politici di Pannella. Se non arriva a tremila iscritti entro l’anno, scrivono, «il Partito muore». Ma subiamo, dicono, la concorrenza sleale dei Radicali italiani di Magi e Bonino: «Bisogna porre fine a questa confusione». Il Partito promuove alcune battaglie: diritto umano alla conoscenza, giustizia giusta e Stati Uniti d’Europa. I Radicali italiani si sono concentrati su superamento della Bossi-Fini, riforma del welfare, regolamentazione della prostituzione. Fuori anche l’Associazione Luca Coscioni, Certi Diritti e Non c’è Pace senza giustizia, già tutti «sospesi» dalla galassia radicale durante il recente congresso di Rebibbia.
Lo sfratto a marzo
Nella lettera si scrive che dal primo marzo ci sarà «una redistribuzione degli spazi disponibili, tra la Lista, il Partito, e le sole associazioni impegnate nella realizzazione degli obiettivi congressuali» stabiliti dalla mozione vincente. Poi annuncia il cambio di palinsesto di Radio Radicale, con il «potenziamento della presenza del Partito». Scrivono gli sfrattanti, che si autodefiniscono «Radicali scostumati»: i Radicali italiani e gli altri erano ospitati da dieci anni praticamente gratis in sede e avrebbero intascato 60 mila euro in passato, senza mai restituirli.
Il silenzio di Emma
Emma Bonino preferisce non commentare. La raccontano molto amareggiata: del resto, via di Torre Argentina è stata casa sua per molti anni. Da tempo la Bonino è al fianco dei Radicali italiani: ha anche realizzato il dossier «Tutto quello che sapete sull’immigrazione è falso», base di una proposta di legge di iniziativa popolare. Non solo: oggi la Bonino dovrebbe essere a Milano, alla manifestazione di Benedetto Della Vedova «Forza Europa», che qualcuno immagina come il nucleo di un nuovo soggetto politico.
Le accuse di tradimento
Magi è sconfortato: «Provo una tristezza profonda. Trattano come una proprietà privata quello che è il frutto di battaglie di tutti noi di anni. Ci accusano di tradimento, con la favola di dichiararsi “mendicanti”, solo per cacciarci e prendersi la robba, la poca che c’è. Trovo particolarmente grave la decisione sul palinsesto della radio. Tutto questo con Pannella non sarebbe successo». Michele Capano, tesoriere, risponde alle accuse: «Con le tessere a pacchetto, 600 euro per iscriversi a tutti i soggetti della galassia, la nostra quota finiva al Partito: 35 mila euro solo l’anno scorso. Quanto ai 60 mila di debito, sono frutto di un patto politico, garantito da Pannella». È il convitato di pietra, Pannella. Qualcuno nei social ricorda una frase che disse a Clemente Mimun poco prima di morire: «Odiare è da stronzi». E ancora: «Dovete volervi bene». Ma gli «scostumati» accusano: «I Radicali italiani si sono assunti la responsabilità politica e personale di entrare in collisione con Marco».
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Ue: Della Vedova, Romani schiera Fi con Le Pen, io dico 'Forza Europa'
Roma, 8 feb. (AdnKronos) - “Paolo Romani, dicendo di temere più la Merkel che la Le Pen, sceglie di schierare Forza Italia, nel nuovo bipolarismo 'aperto-chiuso', dalla parte della chiusura etnonazionalista ed antieuropea. Chiusura dell’Unione Europea, uscita dall'euro e abbandono della Nato sono dunque opzioni compatibili con il partito di Silvio Berlusconi, a differenza delle politiche di integrazione e cooperazione civile ed economica sostenute dalla leader del Ppe in Germania. Su questa strada Forza Italia riabbraccerà la Lega di Salvini, lasciando ancor più orfani gli europeisti fautori di una società aperta e libera, che per anni, proprio per questa ragione, hanno sostenuto la leadership berlusconiana”. Lo scrive su Facebook il senatore e sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova.
"Con la scelta lepenista si conclude la trasformazione, in corso da tempo, di FI e del centro-destra da schieramento liberale a forza nazionalista e reazionaria, che ha reso il campo impraticabile per quanti, come me, avevano sperato nella promessa mai mantenuta della rivoluzione liberale. Per un’alternativa a questa deriva antieuropea contraria agli interessi degli italiani – prosegue Della Vedova – ci ritroveremo sabato pomeriggio a Milano per dire 'Forza Europa!', come recita il titolo della manifestazione che ho promosso e che vedrà la partecipazione di politici, imprenditori, studiosi, giornalisti e militanti europeisti, liberali e riformatori a sostegno dell'Unione Europea contro nazionalismi e sovranismi”, conclude.