Turquia a Europa

http://notizie.radicali.it/articolo/2014-06-30/editoriale/turchia-europa-da-subito
Filippo Cicciù

Turchia in Europa da subito

30-06-2014

Giovedì, 26 giugno è stata presentata a Roma, presso la sede del Partito Radicale Nonviolento, l’associazione «TURCHIA in EUROPA 2023», organizzazione transnazionale di cittadini e di parlamentari che persegue lo scopo di sostenere e promuovere l’ingresso immediato della Turchia nell'Unione Europea. L’associazione, ideata e promossa dal direttore della rivista «Diritto e Libertà» Mariano Giustino, ha poi, nel corso della prima assemblea dei soci Fondatori, deciso di apportare una modifica alla propria denominazione per meglio definire l’urgenza delle finalità che l’hanno vista nascere. Il nome di essa è stato quindi mutato in: «TURCHIA in EUROPA da SUBITO».

L’immediato ingresso della Turchia nell'Unione Europea rappresenta oggi una necessità tanto per Ankara quanto per Bruxelles. E, all'inizio del semestre italiano della presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, arriva proprio dall'iniziativa radicale una nuova e forte spinta in questa direzione.

Alla presentazione dell’associazione è seguito un lungo dibattito sul ruolo dell’Italia nei rapporti tra Turchia e UE coordinato da Mariano Giustino nella veste di Segretario generale, a cui hanno partecipato il presidente del Partito Radicale Nonviolento Marco Pannella e un folto gruppo di alte personalità, espressione del mondo delle relazioni tra Turchia e Unione Europea, tra cui l’ex ambasciatore d’Italia ad Ankara, Carlo Marsili, Paolo Amato, già senatore e presidente dell’«Associazione Camera di Commercio Italia-Cipro Nord» ed accademici quali Khaled Fouad Allam, sociologo del mondo musulmano all'Università di Trieste, scrittore e giornalista e Valeria Giannotta, dell’University of Turkish Aeronautical Association di Ankara.

Come dicevamo, l’associazione avrebbe dovuto chiamarsi «TURCHIA in EUROPA 2023», anno che segna il primo centenario della nascita della Repubblica di Turchia, ma è stato proprio Marco Pannella, intervenuto nel dibattito, a chiarire che Ankara sarebbe dovuta diventare immediatamente una delle capitali europee. Nel dare il suo appoggio alla neonata associazione, il leader radicale ha quindi proposto di mutarne la denominazione in «Turchia in Europa da Subito» dal momento che una proiezione di tempo che arrivi fino al 2023 non rispecchierebbe l’importanza e l’urgenza della ragion d’essere di tale iniziativa. «Erdoğan sta oggi dimostrando i suoi limiti ma per circa una decina d’anni ha resistito alla viltà dell’Unione Europea», ha affermato Pannella, definendo infatti «bestiale» la politica europea nei confronti della Turchia. E infatti, dopo aver aperto ufficialmente i negoziati di adesione nel 2005, Bruxelles ha assunto una posizione ambigua nei confronti di Ankara e il negoziato di adesione della Turchia nell'Unione è diventato, come si legge nello Statuto della neonata associazione, «letteralmente ostaggio dei veti incrociati da parte di alcune cancellerie quali quella tedesca, francese e cipriota, e ciò ha prodotto un vero e proprio blocco dei capitoli negoziali». Dopo il 2005, lo zelo riformatore di Ankara ha innegabilmente subito una battuta d’arresto, ma non si può negare che anche la posizione dell’Unione Europea abbia contribuito a lasciare la Turchia fuori dalla porta. È quindi evidente la necessità di esercitare una adeguata informazione e pressione politica, e di incardinare iniziative puntuali nei riguardi delle istituzioni europee e dei governi dei paesi membri per perseguire l’importante obiettivo dell’ingresso immediato della Turchia nell'Unione, perché, come ricorda Pannella, l’urgenza di avere Ankara tra le capitali europee esiste «fin da ieri» e oggi non possiamo sapere che cosa saranno la Turchia, il Mediterraneo e l’Europa nel 2023.

Nel pomeriggio si sono aperti i lavori della conferenza intitolata «Turchia nell'Unione europea: dall'Italia uno scatto in avanti nel negoziato di adesione», organizzata dalla rivista «Diritto e Libertà», che ha visto la partecipazione di numerose personalità quali l’ex ministro degli Esteri, Emma Bonino, il presidente della Commissione Affari esteri del Senato, Pier Ferdinando Casini e quello della commissione «Politiche dell’Unione Europea», Vannino Chiti; il sottosegretario di Stato agli Affari esteri, Benedetto Della Vedova; la deputata di Scelta Civica Gea Schirò; Nathalie Tocci, vicedirettore dell’Istituto Affari Internazionali; il professor Khaled Fouad Allam dell’Università di Trieste; l’analista di Unicredit, Esra Gülfidan; la giornalista turca Yasemin Taşkın e Paolo Amato.

Anche Emma Bonino ha parlato di «urgenza» per quanto riguarda l’obiettivo di portare la Turchia nell’Unione Europea. Dopo aver ricordato il costante impegno dei Radicali su questo tema e la posizione storicamente a favore dell’ingresso dell’Italia, l’ex ministro degli Esteri si è soffermata sui risultati del più recente rapporto della Commissione Indipendente sulla Turchia e ha affermato la «necessità di tornare ai tavoli del negoziato». Per quanto mai ufficialmente interrotto, il negoziato di adesione è stato per anni, di fatto congelato mentre, proprio nell'ultimo anno, è stata l’apertura del capitolo 22, quello sulle Politiche regionali, a ridare speranza al riavvicinamento di Ankara a Bruxelles. Bonino ha sottolineato come, in questo contesto, le recenti aperture da parte di due attori fondamentali dell’UE, quali Francia e Germania, siano da guardare con molta attenzione per affrontare in modo risolutivo la questione dell’entrata della Turchia nell'Unione. Ed ha aggiunto che «l’apertura del presidente francese Hollande va coltivata, anche se è importante capire se si concretizzerà in un impegno concreto o in se invece si tratti di un bluff».

Nathalie Tocci ha svolto alcune riflessioni sui rapporti tra Ankara e Bruxelles a partire dal fatto che c’è stata una preoccupante «involuzione del processo democratico in Turchia». «Quale potrebbe essere allora la posizione che dovrebbe assumere l’Unione Europea?», si è chiesta. «L’Europa può mollare oppure raddoppiare», ha aggiunto. Tocci ha auspicato un raddoppiamento dell’impegno di Bruxelles per avere Ankara tra le sue capitali. «La critica dell’Europa rispetto alle preoccupanti emergenze del sistema democratico turco non dovrebbe comportare un nuovo congelamento del negoziato, ma, al contrario, produrre l’immediata apertura dei capitoli 23 e 24 [rispettivamente su «Sistema giudiziario e Diritti fondamentali» e «Giustizia, Libertà e Sicurezza»].

Oltre che su tutto questo, Tocci ha riflettuto sull'importanza dell'apertura del quindicesimo capitolo negoziale, quello sull'Energia. Secondo il vicedirettore dell'Istituto Affari Internazionali, «la Turchia è fondamentale all'interno del corridoio Sud e un accordo sull'energia potrebbe servire all'Europa per rifornirsi di [gas] senza avere una totale dipendenza dalle risorse russe: una necessità, questa, divenuta sempre più acuta a partire dalla crisi in Ucraina».

Il tema dell’involuzione del processo democratico in Turchia è stato affrontato anche dalla giornalista turca Yasemin Taşkın, che ha parlato di una «pessima situazione» per quanto riguarda la libertà di stampa; essa ha affermato che, anche per questo motivo, nel paese «la società civile non riesce a farsi sentire».

Il dibattito che si è sviluppato nel corso della conferenza ha restituito la complessità di una questione delicata che richiede un’urgente soluzione. Ankara deve entrare subito nell'Unione Europea: si tratterebbe di una trasformazione storica. L’ingresso della Turchia «è la questione del XXI secolo», secondo il professore Khaled Fouad Allam. In relazione a ciò, «l’Europa sarà o non sarà», egli ha concluso.

«L’ingresso è utile tanto al miglioramento della salute democratica turca quanto al necessario rafforzamento di un’Europa sempre più in crisi di identità e politicamente debole e frammentata», ha ricordato, durante il dibattito, il presidente della Commissione Affari esteri del Senato, Pier Ferdinando Casini, aggiungendo che «l’Europa non può permettersi di chiudere le porte alla Turchia».