30 dicembre 2010: una ragazza uigura di 19 anni è stata condannata a morte in Cina in relazione alle violenze etniche del 2009 nella provincia dello Xinjiang, rende noto l’emittente Radio Free Asia, che riporta le parole di una compagna di università della giovane. La condanna capitale emessa nei confronti di Pezilet Ekber – è scritto nella lettera della compagna - è stata sospesa per due anni ed è giunta a seguito del processo svoltosi nell’aprile 2010 in cui Pezilet è stata accusata di partecipazione agli scontri che provocarono la morte di centinaia di persone. “Nessuno sa perché Pezilet Ekber abbia ricevuto una condanna così pesante se si esclude il “coinvolgimento in violenze”, dal momento che il processo è avvenuto in segreto e che i suoi genitori sono stati informati solo della condanna”, ha scritto la compagna, che chiede l’anonimato. “Dopo il processo, i genitori sono stati avvertiti di mantenere il silenzio e di non comunicare a nessuno il contenuto della sentenza”, è scritto. Quando scoppiarono gli scontri, Pezilet si era appena iscritta al corso di lingua russa presso l’Università dello Xinjiang ad Urumqi, capoluogo della Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang. All’epoca degli scontri la ragazza aveva temporaneamente sospeso gli studi a causa delle difficoltà economiche della sua famiglia ed aveva iniziato a lavorare per un commerciante cinese di etnia Han nel Grand Bazaar come interprete e venditrice. Il Grand Bazaar di Urumqi è stato uno dei luoghi in cui si svolsero dimostrazioni e violenze il 5 luglio 2009, che provocarono circa 200 morti. Pezilet fu arrestata due mesi dopo, mentre faceva visita ai propri genitori nella città di Suydung, nella contea di Qorghas (in cinese, Huocheng), nella prefettura di Ili. Nella lettera, la compagna scrive di essersi incontrata con lei il 4 luglio 2009, e che Pezilet non aveva alcuna intenzione di partecipare alle manifestazioni del giorno seguente. In base a notizie ufficiali, Pezilet è la seconda donna a ricevere la condanna a morte a seguito degli scontri di Urumqi, dal momento che nel gennaio 2010 Hayrinsa Sawut, 20 anni, è stata giustiziata con l’accusa di aver commesso degli omicidi.
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