Storie di schiavitù in Libia
Una forma di persecuzione che non si arresta mai: “Se ti vedono per la strada, le pattuglie private si fermano, ti arrestano, ti caricano sulla macchina e ti vanno a vendere. Sono stato in prigione molte volte e se non hai i soldi per pagare il riscatto ti dicono di lavorare”.
Ma non è un lavoro normale. Ogni mattina i prigionieri vengono letteralmente battuti all’asta, come a un mercato del bestiame: “La gente viene lì ad affittarti. Non c’è un solo posto sicuro in Libia per un uomo di colore. Se ti rifiuti di lavorare ti sparano e nessuno può fare niente, né il governo né la polizia”.
In quelle carceri la tortura non è solo macabro divertimento ma è anche uno strumento per far arricchire le bande criminali: “Ti picchiano, poi ti obbligano a chiamare la tua famiglia al telefono e mentre tu parli ti picchiano, tu urli e loro sentono quanto soffri. In questo modo riescono a farsi mandare soldi per te”..
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